Gio. Dic 5th, 2024

“Dio esiste: nessun tribunale può salvarci dall’aver flagellato i poveri” – Don Antonio Tamponi sul Vangelo secondo Marco

Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,38-44

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»
.

Domenica passata, avevamo appena incontrato uno scriba che il Cristo aveva promosso, ma non è passato molto tempo che mette in chiaro le cose. Infatti, ci sembrò stravagante che non gli disse di più che “non sei lontano”, piuttosto non parte piena, ahimè.

Oggi il tuono del “cave”, guardati dai pericoli, come dicevano anche i latini. Qui il pericolo è quello che avevamo ipotizzato: sfoggiare la legge e non farne una questione esistenziale, men che meno in prima persona. La legge fatta monile, culto della propria personalità e a detrimento dei fratelli e delle sorelle. Una veste mannaia che si dichiara distante da chi, “disgraziato”, non veste le lungaggini dell’appariscenza del vuoto interiore. Gente che, forte dei poteri che ci mettono dalla parte del giusto, riescono a rubare le case dei poveri e dei derelitti, patrimonializzando per sè, se non fosse che un giorno non ci saranno nè le pietre e neanche i nostri indumenti.
Ma più forte di una campana e del suono del corno, fa notare la monetina di una vedova, che non tintinna di vuoto, ma suona di pienezza. Altro non aveva e allora ha dato tutto se stessa per la causa di Dio.

Cari, oggi tutti i dotti si preoccupano di dirci che Dio non esiste e che siamo poveri intellettualmente a seguire la strada segnata dall’eco di quella monetina. Invece, per quanto mi è possibile conoscere, il pericolo più grande per i mangiatori di patrimonio altrui, pur seguendo leggi fatte da uomini, è che Dio esista e dopo non c’è un tribunale di alta istanza che salvi dall’aver flagellato le genti.

Don Antonio Tamponi

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