Gio. Mag 1st, 2025

“Gesuino Forteleoni, il preside che ha educato generazioni con cuore e rigore”

Una chiesa gremita, sguardi commossi e silenziosi, e le parole intense di don Antonio Addis hanno accompagnato oggi l’ultimo saluto a Gesuino Forteleoni, per decenni preside del Liceo Classico “Dettori” di Tempio e figura di riferimento per generazioni di studenti, insegnanti e famiglie. Un uomo di scuola, di fede, di famiglia. Un educatore rigoroso e insieme paterno, ricordato con affetto e rispetto da un’intera comunità.

La santa messa è stata concelebrata da diversi sacerdoti, don Gianni Sini, don Gianni Satta e don Santino Cimino. Ad animare la liturgia il coro polifonico della parrocchia di Santa Giusta di Calangianus guidato da Maria Laura Molinas.

Durante l’omelia, don Addis ha tracciato un ritratto vibrante di Forteleoni, intrecciando la liturgia del Venerdì Santo alla testimonianza terrena del preside. “La morte di Cristo – ha detto – ha spezzato il velo del Tempio, simbolo della separazione tra Dio e l’uomo. Anche oggi, con la morte del nostro Gesuino, quel velo si squarcia ancora una volta. La sua vita è stata una continua apertura verso l’altro, una porta che univa, mai che divideva.”

Un messaggio forte, spirituale, ma anche profondamente umano. Perché Forteleoni non era soltanto un dirigente scolastico. Era, come ha ricordato il sacerdote, “un uomo che ha vissuto la fede non come forma, ma come sostanza. La cercava, la studiava, la insegnava. E la sua fede si è fatta carne soprattutto nella famiglia e nella scuola.”

Particolarmente toccante il passaggio dedicato al suo ruolo di padre e marito: “Ha conosciuto l’amore straordinario di sua moglie Anna, ha cresciuto figli che lo onorano con la loro vita, ha plasmato una famiglia nel senso più pieno del termine.”

Ma la sua “altra famiglia” era quella scolastica. Forteleoni conosceva i suoi studenti “per nome, uno per uno. Non cercava solo risultati, ma persone. Non voleva solo formare intelletti, ma coscienze.” La scuola per lui era comunità, condivisione, vocazione.

L’omelia si è chiusa con un invito alla speranza, nella fede e nella continuità: “Signore, donaci ancora uomini così. Uomini che sappiano far crescere gli altri, che sappiano unire, che sappiano chiamare per nome.”

Gesuino Forteleoni lascia un’eredità culturale e umana profonda, nel solco di una tradizione di scuola e di spirito che ha formato migliaia di giovani. Il Dettori oggi lo piange, ma anche lo celebra. Perché, come ha ricordato don Addis, “la speranza è piena di immortalità.”

By G&A

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