Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Normalmente nelle domenica del buon Pastore attendiamo parole che riguardino ciò che ricordiamo: Io sono il buon Pastore… etc
Nella piccola pericope di oggi, il fuoco è “nessuno le strapperà dalla mia mano”. Fa provvidenziale eco a ciò che il Papa ci ha detto dalla loggia: è la mano del Signore che tiene le sue pecore difendendole dal male. E questo male che ringhia, non può prevalere sul suo gregge. Questa è la buona e sostanziale notizia perché le pecore possano pascolare a riparo di lupi rapaci e pericoli, non la mano di un pastore qualsiasi, ma di un Pastore che non arretra. I pericoli più grandi li vive lui, perché precede le pecore e con la sua voce indica loro il passaggio sicuro, infatti è lui che dà la vita per il gregge e non viceversa.
Poche ore sono passate dall’annuncio del papa e da atei devoti come da cristiani non credenti, il parlamento di questo mondo, ne abbiamo già sentito di ogni. Ma l’unto del Signore continuerà con coraggio ad andare verso mete che non appartengono né agli uni né agli altri, non sono mete di destra o di sinistra, di ricchi o poveri, ma la strada del Vangelo, che non è lottizzabile.
Se avessimo un pastore influenzabile, questo avrebbe la voce tremante e non dovremmo seguirlo, la sua voce non deve temere risposte, ma chiamare e chiamare ancora alla pace.
Don Antonio Tamponi