In questi giorni le strade, le vetrine e persino le scuole si riempiono di zucche intagliate, ragnatele finte e travestimenti da streghe e fantasmi. Halloween è diventato per molti un appuntamento irrinunciabile, un’occasione di festa e divertimento. Ma dietro l’apparente leggerezza di questa ricorrenza, rischiamo di dimenticare il senso autentico dei giorni che si avvicinano: la solennità di Tutti i Santi e la commemorazione dei defunti. Due mondi che sembrano incontrarsi nello stesso giorno, ma che parlano linguaggi molto diversi. Halloween, ormai diffuso anche nei nostri paesi, affascina per i suoi colori, i travestimenti e l’atmosfera giocosa. La notte del 31 ottobre, nella sua origine, non è una festa di paura o di scherzi, bensì un’antica ricorrenza legata al mistero della morte e del rinnovamento. Con il tempo, però, il significato spirituale si è offuscato, lasciando spazio al consumismo e al gusto del macabro. Il 1° novembre la Chiesa celebra, invece, la festa di tutti i santi, conosciuti e sconosciuti che con la loro vita hanno testimoniato l’amore di Dio, invitandoci a guardare più in alto. È la festa della Luce che vince le tenebre, della speranza che non muore, del bene che abita in ogni cuore, ricordandoci come la santità non sia un privilegio per pochi, ma una chiamata universale. Subito dopo, il 2 novembre, ricordiamo con affetto i nostri cari defunti, affidandoli alla misericordia del Signore e illuminando le loro tombe con il segno della fede e della preghiera.
Halloween, nella sua forma moderna, ha perso il significato originario di “vigilia di Ognissanti” (All Hallows’ Eve), trasformandosi spesso in una festa commerciale che esalta la paura, il macabro e l’occulto.
Eppure, proprio in un tempo in cui si rincorrono maschere e tenebre, i cristiani sono chiamati a testimoniare la luce, a ricordare che la vita è dono, che l’amore è più forte della morte e che la speranza è la fiamma che illumina ogni notte. In un mondo che sembra attratto dall’oscurità e dal macabro, Ognissanti ci riporta alla luce, alla speranza che nasce dalla fede, alla certezza che la morte è stata vinta da Cristo. Dove Halloween gioca con la paura e la morte, Ognissanti celebra la vita eterna e la comunione dei santi, testimoniando che il bene è più forte di ogni tenebra. Come cristiani, siamo chiamati a discernere ciò che celebriamo e il modo in cui lo facciamo. Partecipare a Halloween senza riflettere sul suo significato può sembrare un gesto innocuo, ma rischia di farci dimenticare la bellezza della nostra fede e la ricchezza delle tradizioni cristiane. Non si tratta di giudicare, ma di scegliere con consapevolezza: di vivere e trasmettere ai più piccoli valori che costruiscono, uniscono e danno senso alla vita.
Riscoprire Ognissanti significa ricordare che la morte non ha l’ultima parola, perché Cristo ha sconfitto la morte e ci ha donato la vita eterna.
Significa educare i bambini a festeggiare la luce, la bontà e la speranza, piuttosto che la paura o l’occulto. È un gesto di fede, ma anche di responsabilità educativa. In molte parrocchie, negli ultimi anni, sono nate iniziative come la “Festa della Luce”, un’alternativa bella e significativa alla tradizione di Halloween.
I bambini si vestono da santi, angeli o figure bibliche, partecipano a momenti di preghiera, canti e giochi, riscoprendo così la gioia di una fede vissuta insieme. Sono esperienze semplici, ma profonde, che aiutano a comprendere che la santità non è qualcosa di lontano o irraggiungibile: è la via quotidiana dell’amore. Ognissanti ci invita a camminare nella luce, a lasciarci ispirare da chi ha creduto fino in fondo, e a diventare anche noi, nel nostro piccolo, una fiamma che illumina il mondo. Come educatori e genitori, possiamo aiutare i più piccoli a comprendere il valore di queste ricorrenze, senza rinunciare al gioco e alla fantasia, ma riempiendo di significato ciò che si vive. Raccontiamo loro la storia dei santi, accendiamo una candela, portiamo un fiore, insegniamo che la festa più bella è quella che nasce dalla luce, non dalla paura. Perché in fondo, la santità non fa paura: è la bellezza di chi ha scelto l’amore.
Antonella Sedda
