Ieri, con profonda devozione, si è rinnovato un legame di fede che attraversa i secoli.
Una devozione, quella a San Simplicio, radicata nella tradizione olbiese e che ogni anno richiama tantissime persone, pronte a rendere omaggio al santo patrono di Olbia e della diocesi di Tempio-Ampurias. Vissuto tra il III e IV secolo, San Simplicio guidò la comunità cristiana con coraggio e dedizione in un periodo segnato da persecuzioni contro i cristiani. La sua fede incrollabile e il suo sacrificio sono divenuti simbolo di speranza e forza spirituale per i fedeli. Olbia celebra con profonda devozione la festa di San Simplicio, patrono della città e della diocesi di Tempio-Ampurias. Sebbene la festa si protragga per sei giorni, ieri è stata la vera giornata dedicata al patrono ,un momento di intensa spiritualità, segnato dalle celebrazioni eucaristiche e dalla tradizionale processione.
La giornata iniziata con una pioggerellina è stata per lo più soleggiata, permettendo una partecipazione diffusa. Le celebrazioni sono iniziate alle 05:30, quando la Banda Musicale “F. Mibelli” ha risvegliato la città con la tradizionale diana, portando la festa tra le strade ancora addormentate. Un inizio che ha subito immerso Olbia in un’atmosfera di festa e tradizione. Alle 10:00, nella Piazza Santa Croce, è stato accolto S.E. Mons. Roberto Fornaciari, Vescovo di Tempio-Ampurias, accompagnato dal Comitato organizzatore e dalla Banda “F. Mibelli”. Il corteo ha quindi raggiunto la Basilica di San Simplicio, dove alle 11:30 si è svolta la Solenne Messa Pontificale, celebrata dallo stesso Mons. Fornaciari.
Accoglienza e incontro tra culture sono stati al centro dell’omelia pronunciata dal vescovo. Il presule ha scelto di dedicare il suo messaggio al tema dell’immigrazione, richiamando le parole di Papa Francesco e invitando i fedeli a considerare l’arrivo di persone da altri Paesi non solo come una sfida, ma come un’opportunità di arricchimento reciproco. «Diversi santi martiri patroni della Sardegna, come Gavino ed Efisio, hanno le loro origini fuori dall’isola», ha spiegato Fornaciari. «È suggestivo pensare che anche San Simplicio possa essere giunto via mare, portando con sé la sua fede e la sua opera di evangelizzazione».
La pioggia che ha bagnato Olbia poco prima dell’inizio della liturgia ha spostato la celebrazione nella basilica dedicata al santo, dove monsignor Fornaciari, affiancato da don Mauro Buccero, dal parroco di San Simplicio don Antonio Tamponi e dai sacerdoti della diocesi, ha richiamato il valore dell’accoglienza. «Solo uno sguardo miope – ha ammonito – vede nell’immigrazione un problema senza scorgere i potenziali sviluppi positivi che possono nascere dall’incontro tra persone di culture diverse». Ampio spazio è stato dedicato al magistero della Chiesa, con il vescovo che ha citato l’enciclica “Fratelli tutti” e il Documento sulla fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi nel 2019. «Accogliere di cuore la persona diversa – ha sottolineato – permette di farla rimanere sé stessa, mentre le si offre la possibilità di un nuovo sviluppo». Monsignor Fornaciari ha poi ricordato che anche il turismo stagionale rappresenta una forma di migrazione temporanea, capace di incidere profondamente sulla società. Nella parte conclusiva dell’omelia, il vescovo ha esortato i fedeli a lasciarsi provocare dalla testimonianza di San Simplicio, che ha donato la sua vita per la fede. «Celebrare un martire vuol dire accogliere Cristo nella propria vita, ascoltare la Parola che agisce nel cuore. Quel seme, se trova un terreno fertile, è capace di rinascere e di dare speranza. La chiesa gremita ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e autorità locali, in un clima di devozione e riflessione sulla figura del santo patrono e sul suo messaggio di fede, che continua a ispirare la città di Olbia. I canti liturgici sono stati eseguiti dal Coro “Lorenzo Perosi”, arricchendo la celebrazione con una toccante cornice musicale. La processione tra fede e tradizione e’ iniziata puntualmente alle 18.00 ma già dal primo pomeriggio, la città si è animata con il raduno dei gruppi folk provenienti da diversi paesi della Sardegna e del coro Sos Astores di Golfo Aranci. Presenti anche due bande: Felicino Mibelli di Olbia, che ha suonato fin dall’alba, e la Demuro di Berchidda. Alle 18:00 il Santo portato in spalla dai ragazzi del gruppo folk di Olbia, è uscito dalla chiesa, tra gli applausi calorosi dei fedeli, per la Solenne Processione che si è snodata per le vie cittadine, portando l’effigie di San Simplicio in un corteo di fede e devozione. Insieme al vescovo Mons. Roberto Fornaciari hanno partecipato anche molti sacerdoti della diocesi, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi e tutti i sindaci della Provincia Gallura; in rappresentanza della giunta regionale il vicegovernatore Giuseppe Meloni, le forze dell’ordine e tantissimi fedeli che in preghiera e devozione hanno seguito il corteo che al calar della sera, complice il gioco di luci ed ombre, e’ diventata ancora più suggestiva, regalando davvero una pioggia di emozioni. Tra i momenti più belli c’è sicuramente il passaggio verso Corso Vittorio Emanuele, quando davanti al municipio il corteo si è fermato per consentire ai vigili del fuoco, dall’alto dell’autoscala, di rendere omaggio, come da tradizione, al Santo facendo cadere una cascata di petali tra gli applausi e il suono delle sirene. Le abitazioni lungo il percorso si sono vestite a festa: tovaglie di pizzo bianco, lenzuola e tappeti preziosi sono stati esposti sui balconi per rendere omaggio al santo. Il corteo e’ culminato nella basilica dove è stata celebrata la santa messa presieduta da don Mauro Buccero. Nell’omelia della messa, don Mauro ha invitato a rafforzare la Parola di Dio, ricordando i martiri come San Simplicio, che hanno sacrificato la loro vita per testimoniare il Vangelo e la fede. Hanno messo Cristo al primo posto, pur sapendo di andare incontro alla morte. “A loro è stato chiesto tanto”, ha affermato don Mauro, “a noi è chiesto molto di meno: amare Cristo e dare testimonianza con la nostra vita.” Ha poi proseguito: “Ma davvero mettiamo Cristo al primo posto quando scegliamo se trascorrere il fine settimana al mare o fare altre scelte o partecipare alla messa?” Celebrare la festa di San Simplicio, ha spiegato, significa guardare a lui come testimone della fede, non tanto per imitare esattamente ciò che ha fatto, cosa impossibile per noi, ma per cercare di avvicinarci almeno un po’ al suo esempio.
La giornata poi proseguita con una rassegna regionale del folklore nella Piazza della Basilica di San Simplicio. Balli, canti e colori della Sardegna hanno animato la serata, celebrando l’identità culturale dell’isola e il legame profondo tra Olbia e il suo santo patrono. La festa di San Simplicio, che proseguirà fino a domenica, si conferma così un evento che unisce fede, tradizione e cultura, rinnovando ogni anno la devozione degli olbiesi al loro santo protettore.
Antonella Sedda