«Ho cercato di illustrare come sia sorta, come si sia affermata e come si stia definendo quella che possiamo chiamare l’antropologia del gender: una modalità di comprendere, e quindi di vivere, la sessualità umana». Con queste parole, padre Maurizio P. Faggioni, uno dei più autorevoli bioeticisti italiani, ha spiegato il suo intervento all’Istituto Euromediterraneo di Tempio Pausania, durante l’incontro sul tema “Teoria Gender: luci ed ombre di una questione antropologica”.
«In alcuni aspetti – ha proseguito – questa visione può contenere elementi dubbiamente positivi, ma mi sono concentrato soprattutto sulle sfide che essa pone all’antropologia umana». Faggioni ha spiegato di aver cercato anche di evidenziare come una visione più chiara della sessualità, dell’umano, della famiglia e della relazione, possa rispondere in modo più pieno e armonico alle domande che la teoria gender solleva.
«È un dialogo difficile – ha ammesso – ma credo possa aiutare coloro che sono in ricerca, che si interrogano, a portare avanti riflessioni profonde, non compromissorie, ma capaci di far maturare anche le proprie convinzioni».

Infine, ha sottolineato il valore del confronto pubblico, come quello avvenuto nell’incontro a Tempio: «Abbiamo il desiderio di ascoltare e di parlare, anche a livello pubblico, il nostro modo di vedere, di pensare, di sentire le cose. Sempre nel rispetto di tutti, ma anche con la certezza che, come Chiesa e come cristiani, abbiamo qualcosa di importante da dire e da vivere anche in questo campo».