“Il ministero nella Chiesa nasce dall’intimità con Cristo e si realizza come servizio d’amore.” E’ il messaggio donato durante l’omelia da mons. Roberto Fornaciari, vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, durante la Messa di ringraziamento per la chiusura dell’anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, celebrata lo scorso 6 giugno nella chiesa di Cristo Re a Cagliari.

Presiedendo l’Eucaristia davanti a docenti, studenti e formatori, il vescovo ha sottolineato come la formazione teologica e pastorale non possa ridursi a semplice conoscenza, ma debba essere vissuta come un cammino di conversione, fraternità e carità operosa.

Commentando il Vangelo di Giovanni e il celebre dialogo tra Gesù e Pietro, mons. Fornaciari ha spiegato: “Gesù non chiede a Pietro solo di essere riabilitato, ma di dichiarare l’amore che nutre per Lui. È su questa intimità che si fonda l’incarico pastorale.” Il pastore, ha aggiunto, non è chiamato principalmente a organizzare o guidare, ma a dare la vita per le pecore, come ha fatto Gesù.
“Il ministero nella Chiesa – ha detto – non va vissuto come una struttura inevitabile o un’esigenza organizzativa, ma come un gesto d’amore. Pietro non è lì per tenere ordine, ma per essere segno della presenza di Cristo tra i suoi.”

Mons. Fornaciari ha poi rivolto un invito diretto a studenti e futuri presbiteri: “Se lo studio teologico non ci fa crescere nell’amore di Dio e del prossimo, ci affatichiamo per niente. Il rischio è quello di spegnere lo slancio missionario e perdere il coraggio di annunciare Cristo.”
La formazione cristiana, ha aggiunto, non è neutra, ma orientata a discernere la presenza di Dio nella vita quotidiana, a riconoscere la sua voce nei volti dei più poveri, degli emarginati, di chi vive lontano da relazioni autentiche.
Infine, guardando alla figura di Maria, mons. Fornaciari ha concluso: “Come la Vergine, lasciamoci invadere dalla certezza della presenza del Signore. Cresciamo nella gioia di conoscerlo e farlo conoscere, trasformati dalla preghiera e dall’ascolto della sua Parola, per diventare semplici servitori. E per tutto questo, rendiamo grazie.”