Sab. Lug 12th, 2025

Corpus Domini, camminare con il Pane del Cielo

C’è un giorno, nel cuore dell’anno liturgico, in cui le strade si fanno altari, le mani spargono petali e le comunità si stringono attorno a un Mistero che non si può contenere tra i muri di una chiesa. È la solennità del Corpus Domini, festa dell’Eucaristia vissuta nella carne del popolo, nella polvere delle strade, nello stupore degli occhi che si alzano verso l’Ostensorio come verso un sole che non tramonta.
Questa domenica, anche la nostra diocesi si unirà alle Chiese del mondo per adorare il Corpo e il Sangue del Signore Gesù, presente realmente nell’ostia consacrata. Un Dio che non si accontenta di abitare nei cieli, ma si fa pane che nutre, che si spezza, che accompagna il cammino degli uomini. Nel Santissimo Sacramento, Cristo non solo si dona, ma resta, si lascia mangiare, entra nella nostra storia. La processione del Corpus Domini è, per questo, una delle immagini più belle della Chiesa: un popolo in cammino con Dio in mezzo. Come i discepoli di Emmaus, anche noi scopriamo il Risorto proprio nello spezzare il pane.
C’è qualcosa di profondamente umano e divino insieme in questa festa: le mani che preparano gli altari, i fiori sparsi dai bambini, le soste di adorazione tra una via e l’altra… ogni gesto, anche il più piccolo, diventa preghiera. Le pietre delle strade si fanno sacre, il silenzio si popola di canti e incenso. È Dio che ci viene incontro, passando tra le nostre case, davanti alle nostre porte, fermandosi accanto ai nostri dolori, alle nostre fatiche, alle nostre attese. La celebrazione del Corpus Domini è anche invito a diventare ciò che riceviamo: “Corpo di Cristo”. Non solo nella liturgia, ma nella vita. L’Eucaristia è missione: ci chiama a spezzarci per amore, a versarci nei cuori affamati di giustizia, solitudine, verità. Ogni volta che ci facciamo dono, ci facciamo Eucaristia.
In un tempo spesso frenetico e distratto, il Corpus Domini ci chiede di rallentare, di inginocchiarci, di adorare. Di farci piccoli, come piccoli sono i frammenti del pane consacrato che custodiscono l’infinito. Di tornare a credere che nella semplicità di un pezzo di pane può abitare il cielo intero. Le infiorate, le soste nei rioni, i canti, i segni: tutto concorra a dire al mondo che Cristo è vivo, è qui, cammina con noi.
E quando la processione sarà finita, quando i fiori calpestati ricorderanno il passaggio del Signore, resti viva in noi una domanda: “E adesso? Chi sarà per il mondo quel pane che cammina?”.
La risposta siamo noi.

Antonella Sedda

By G&A

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